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New York, 1936; sala del Savoy, sulla Lenox Avenue, l’enorme pista da ballo oscilla come il ponte di una nave sotto il peso di centinaia di ballerini che danzano uno swing vorticoso. È la musica del momento. Un minuscolo batterista scandisce il ritmo. La cantante non è bella e non è bionda ma è la sua vo­ce che guida la folla. È una ragazza gio­vane e un poco goffa. Per caso c’è lì ad ascoltarla anche una compositrice fa­mosa, Mary Lou Williams: «Quella voce mi elettrizzò. Corsi verso la pedana per scoprire a chi apparteneva. Una ragazzina scura di pelle stava lì con aria modesta e cantava cose grandi. Mi dissero che si chiamava Ella Fitzgerald e che Chick Webb l’aveva trovata in uno show per di­lettanti». Leggi il seguito di questo post »

Variazioni sul buio

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