Molti ricordano ancora la volta celeste infiammata da oriente a occidente
il metallo infuocato crollare in verticale con forza illimitata
mentre tutta la mia vita nel suo insieme si imponeva debole
La mia infanzia lanciata sopra i cavalli tramutata in fuoco
stella ardente piena dello stesso mistero del firmamento
lì dove il sole moltiplica i riflessi dei suoi raggi
intersecata da sontuose nuvole d’oro
So bene che la visione resta stridente e sanguinosa
guardare le ruote del carro rubare il fuoco
essere la candela su cui si spengono le tenebre
stare seduti a destra o a sinistra degli dei
il fulgore di quell’idiozia tangibile e risplendente sopra le vostre teste
un bianchissimo coraggio convertito in semplicità centrale
in vampa fugace e misurabile, in quell’errore,
l’inganno dei filosofi, il sogno duro a morire
di un potere positivo
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