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Operaie, contadine, studentesse, impiegate, aristocratiche, casalinghe, suore: furono loro alla fine della guerra le protagoniste della ricostruzione. Molte venivano dalla Resistenza. Nel ‘45 si organizzarono e ottennero il diritto di voto. Nel ‘74 fu la volta del divorzio. Nell”81, dell’aborto. Battaglie che determineranno profondi mutamenti di costume nella società italiana. Quella storia che a scuola non si insegna.
di Bianca Madeccia
New York, 1936; sala del Savoy, sulla Lenox Avenue, l’enorme pista da ballo oscilla come il ponte di una nave sotto il peso di centinaia di ballerini che danzano uno swing vorticoso. È la musica del momento. Un minuscolo batterista scandisce il ritmo. La cantante non è bella e non è bionda ma è la sua voce che guida la folla. È una ragazza giovane e un poco goffa. Per caso c’è lì ad ascoltarla anche una compositrice famosa, Mary Lou Williams: «Quella voce mi elettrizzò. Corsi verso la pedana per scoprire a chi apparteneva. Una ragazzina scura di pelle stava lì con aria modesta e cantava cose grandi. Mi dissero che si chiamava Ella Fitzgerald e che Chick Webb l’aveva trovata in uno show per dilettanti». Leggi il seguito di questo post »
di BIANCA MADECCIA
Qualcuno disse di lei che la sua vita fu un disastro e il suo talento lo sperperò come una persona troppo ricca e irresponsabile sperpera il suo patrimonio; qualcun altro invece disse che da donna partorì il suo talento con lo stesso dolore con cui un uomo partorirebbe un bambino.
QUI su la “La dimora del tempo sospeso” alcuni testi tratti dalla mia raccolta “Variazioni sul buio” raccolta vincitrice del premio nazionale di poesia Libero de Libero, (sezione inediti), XXV edizione (2009-2010). Pubblicato dalle Edizioni Confronto, per conto del Premio Libero de Libero.
Una parte dei testi contenuti nel volume è stata pubblicata su “Poesia” di Crocetti, n. 246. Febbraio 2010, in Cantiere Poesia, rubrica curata da Maria Grazia Calandrone.
Ringrazio.
“Autopsicografia”. Testo, voce e video di Bianca Madeccia. (Omaggio a Fernando Pessoa). Secondo video della “Trilogia dell’acqua”. Musica: Philip Glass – da “Koyaanisqatsi”. Leggi il seguito di questo post »
Reading con un inedito della poeta e performer Mariangela Gualtieri al “Festival delle letterature” (Roma il 05 giugno 2009). Video di Bianca Madeccia.
“Cambia testo” (da “Segnata e gli Idioti”) videopoesia di Tiziana Cera Rosco.
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Quand’ero giovane credevo nella conversazione intellettuale:
ero convinta che gli schemi che andavamo tessendo col fumo rancido
se ne volassero nel cielo delle idee.
Per essere ritenuta degna degli elevati discorsi maschili
come una patata sulla grattugia mi voltolavo nel disprezzo,
mi succhiavo gli insulti e guardavo fiera quella roba marrone che copriva il pavimento.
Seduto con le spalle al
sole mi piace seguire
con le unghie l’onda
incerta del mento
sfiorarti appena il sangue
La poeta Annamaria Ferramosca tra gli ospiti di “Silenzi in forma di poesia”, (11-18-25 maggio 2008), rassegna di poesia contemporanea inserita all’interno della tredicesima edizione del “Maggio Sermonetano” (Sermoneta, Latina) legge due suoi testi inediti. Performance a cura della Scuola di Tai Ji Quan del Maestro Antonio Franzé. Direzione artistica e organizzativa di Bianca Madeccia.
Al futurismo parteciparono, con entusiasmo e originalità, donne di cui negli anni si è in larga parte persa memoria. Furono artiste poliedriche, danzatrici, scultrici, pittrici, ricamatrici, arredatrici, fotografe, trasvolatrici, ma in grandissimo numero furono scrittrici di poesie, prose, sintesi teatrali e tavole parolibere. Qui la poeta Sara Davidovics legge alcune poete futuriste. (Clip a cura di Bianca Madeccia).
(Da “La bambina utile”, inedito)
L’acqua è la dannazione della pietra,
così la sconfitta si ripete attraverso i tempi.
Con la sabbia tra i denti,
la goccia batte e scava,
Non ha alcun senso. Il bastardo continua a sbatacchiare quelle sue piccole dita rachitiche sulla consolle, come un maledetto aspirante pianista, offendendo con quell’orribile sinfonia che produce tutto il creato e il senso stesso della vita.
Distrugge le regole del cosmo e le rifonda a modo suo, senza poesia, senza geometria. Un vero golpe di idealità che sta annientando tutto ciò che di sacro appare ai miei occhi.